mercoledì 9 dicembre 2009

C' è Guccini e Guccini.

Fra i tanti aspetti che la quarantennale opera del cantautore bolognese offre, mi piace soffermarmi, in particolare, sul rapporto tra Francesco Guccini e l'America.Gia perhè l'"america era live, sorrisi e denti bianchi su patinata, l'america era il mondo sognante e misterioso di paperino" e ancora non so come la vide quando la nave offrì new York vicino; ora la visione cupa e triste, ma velata da un non so chè di magico, che il testo di Amerigo ci spiatella all'orecchio, "l'America era un ernia", lascierà spazio alla constatazione, ancor più triste e mesta, di "Incontro": "La mia America e la tua diventate per la via la nostra città tanto triste", insomma il mondo lontano da criticare e ripudiare, è diventato il mondo, l'"Umgebung“, per dirla alla Heidegger, della sua Bologna oramai americanizzata. Una metamoforsi che,inesorabile, nemmeno i castagni dell'appennino hanno fermato.

To be continued

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